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Come fare il caffe con caffettiera napoletana

Caffettiera napoletana in vendita

Sono noto per acquistare d’impulso caffettiere antiche e insolite ogni volta che le incontro, quindi è naturale che mi sia accaparrato una caffettiera napoletana Flip alla prima occasione. Attirata dall’idea di un metodo di versamento a mano libera, mi piace anche la semplice logica del design, anche se ho cercato di modificarlo per migliorare il gusto del caffè. (Forse mi piaceva solo che “Neapolitan Flip” suonasse come il nome di un cocktail).

Prima di tutto, un po’ di storia: Chiamata Napoletana o cuccumella in italiano, la caffettiera è stata probabilmente inventata a Napoli nel XVII secolo, sul modello di una precedente caffettiera inventata dall’arcivescovo francese Jean-Baptiste de Belloy. Le caffettiere divennero molto popolari a Napoli e in tutto il Sud Italia e, pur assomigliando alla loro cugina più moderna, la moka, la cuccumella utilizza la forza di gravità anziché la pressione per preparare il caffè. Le dimensioni ridotte sono perfette per una singola porzione e i pezzi di alluminio sono super resistenti e facili da pulire.

In secondo luogo, il metodo di cottura: Le pentole sono progettate per l’ebollizione sul fornello, ma ho scoperto che esponendo i fondi al calore intenso del fornello si ottiene un infuso amaro. Se si usa nel modo previsto, la pentola viene rimossa dal fornello e girata quando il vapore inizia a fuoriuscire dal piccolo foro di ventilazione nella camera inferiore del fermentatore; io preferisco far bollire l’acqua prima in una pentola separata e quindi non mi avventuro vicino al fornello con la pentola stessa.

Come funziona la caffettiera napoletana?

Il segreto di una caffettiera napoletana

La napoletana, cuccumella nel dialetto locale, è una caffettiera che, a differenza della Moka, non utilizza la pressione generata dal vapore per spingere l’acqua attraverso il caffè, ma esclusivamente la forza di gravità.

Qual è il rapporto di caffè per il napoletano?

Il Brew Ratio, cioè la dose di caffè in rapporto all’acqua, è di 140 grammi di caffè per 1 L di acqua; in questo caso, avendo una Napoletana da 3 tazze, userò 200 ml di acqua per 28 grammi di caffè. Il caffè deve essere macinato medio-grosso, un po’ più grosso di quello usato per la moka.

Come si beve il caffè napoletano?

3) Modo di servire il caffè – Il caffè forte napoletano va bevuto in una tazza di porcellana calda, bollente, per rendere attento e stimolante il momento del consumo (da qui la classica esclamazione in vernacolo “Comm ‘cazz’ coce”).

Caffettiera napoletana in acciaio inox

Napoli ha una lunga e ricca tradizione in fatto di caffè, che ha origine da un’innovazione del XVII secolo, la cuccumella. Conosciuta anche come caffettiera napoletana, rimane il metodo di preparazione tipico della città; un rituale lento e delizioso, celebrato quotidianamente.

La popolarità del caffè si diffuse rapidamente in tutta Napoli alla fine del 1700, in gran parte grazie a un pamphlet molto letto scritto da un gastronomo di nome Pietro Corrado. All’interno era trascritta una canzone popolare che elogiava il caffè come bevanda dell’ospitalità, dell’amicizia e degli auguri.

Caffettiera napoletana vintage

Abbiamo già affrontato la preparazione del caffè con la moka Bialetti, l’Aeropress, la French Press, il Chemex, il Siphon, il Clever e il V60, ora è finalmente arrivato il momento di presentarvi la Napoletana, detta anche Cuccumella!

La Napoletana è uno strumento storico, presente in molte case delle nonne italiane! È una caffettiera che ricorda molto la moka, ma che nasconde un segreto: la percolazione! Vediamo di capire meglio di cosa si tratta in questo articolo! La storia della cuccumellaLa cuccumella fu inventata nel 1820 a Parigi da Jean-Louis Morize, che brevettò una modifica della sua prima caffettiera in versione a doppio filtro, adatta alla preparazione del caffè senza bollitura e senza evaporazione. Sì, avete letto bene, in Francia! Ma allora perché si chiama Napoletana? Questo nome è stato attribuito in Italia per il grande consumo che ne è stato fatto. Così, con il passare del tempo e con la diffusione di questo strumento, il gergo popolare ha portato alla creazione del nome Napoletana o meglio ancora “Cuccumella”. Divenne così famosa che fu persino rappresentata in molti quadri, come quello intitolato “Frutta e caffettiera” di Henri Matisse, che potete vedere nell’immagine sottostante, e citata nella mitica commedia di Eduardo de Filippo “Questi fantasmi”.

Caffettiera napoletana in rame

Ho una certa passione per le caffettiere non elettriche. La pressa francese che ho comprato qualche anno fa mi procura una gioia infinita – tuffati! – così come la caffettiera Bialetti Moka, il cui sibilo sul fornello non sbaglierò mai. Preferisco le macchine manuali non solo perché producono una tazza più particolare, ma anche perché sono estremamente divertenti da usare, come giocattoli per adulti. Ma l’apparecchio che ultimamente mi entusiasma di più è la caffettiera napoletana flip, che ho acquistato il mese scorso presso il MoMA Design Store (anche se, ovviamente, la si può trovare anche su Amazon). È la caffettiera più strana che possiedo. La adoro.

La caffettiera flip, così chiamata per la sua popolarità a Napoli, anche se è un’invenzione francese, è un aggeggio in tre parti che sembra inverosimile. In pratica, si riempie d’acqua la parte inferiore della caffettiera, si aggiungono i fondi al filtro centrale, si avvita la parte superiore e si accende la fiamma. Quando bolle, si capovolge l’intera pentola (il piccolo coperchio con il manico in alto si toglie), in modo che l’acqua calda passi attraverso il filtro e nella camera vuota, che ha un beccuccio. Quindi si rimuove la parte vuota e si ottiene un bricchetto di caffè caldo. Tutto qui.